UN ANELLO NELLE COLLINE DI VETTO

Compiano di Ciano , Mulino ci Chichino, Lesignola, Roncovetro, Vedriano, Pietranera, fondovalle Tassobbio, Mulino Zannoni, Case Tommasi, Iottole, Gombio, Soraggio, Montecastagneto, Fondovalle Maillo, Maiola, La Strada, Pineto, Scaluccia, Crovara, Mulino di Chichino, Compiano di Ciano

km 37,5 dislivello 1220 metri

Total distance: 36784 m
Max elevation: 775 m
Min elevation: 275 m
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IN DISCESA LUNGO IL TORRENTE TASSARO

Partiti da Compiano di Ciano abbiamo imboccato lo stradello asfaltato che conduce alla Località Mulino di Chichino. Qui abbiamo tenuto la sinistra in ripida salita in direzione roncovetro. Superata la località di Lesignola e dopo avere verificato la impraticabilità della vecchia carraia per Vedriano a causa del blocco costituito dalla grande frana dello Staffola, abbiamo proseguito sempre in ripida salita ( punte fino al 25%), evitando La deviazione per Crognolo alla nostra sinistra. Siamo così giunti a Roncovetro dove abbiamo svoltato a destra e transitando sulla vecchia strada ormai divenuta ghiaiata abbiamo superato la grande frana dello Staffola e siamo giunti a Vedriano. Qui abbiamo proseguito in direzione Pietranera e superato questo borgo, dopo poche centinaia di metri abbiamo imboccato sulla destra lo stradello ghiaiato che aggirando il grande ofiolite che dà il nome alla località, ci ha consentito di giungere sul fondovalle del torrente Tassobbio, che, causa le ultime piogge, era abbastanza pieno. Abbiamo evitato i suoi primi guadi, proseguendo su traccia di sentiero non sempre pedalabile, fino a giungere ad un ultimo Guado sul torrente Maillo, poco prima della sua confluenza nel Tassobbio, superato il quale, non senza poche difficoltà, siamo risaliti su asfalto in prossimità della località Molino Zannone. Abbiamo svoltato a destra e poco dopo girato a sinistra in salita in direzione Gombio. Dopo avere superato il bivio per la Chiesa vecchia ed il ristorante Da Mario, al successivo tornante abbiamo girato a destra in direzione case Tommasi. Qui poco prima della prima casa del paese abbiamo svoltato a sinistra in leggera salita su Carraia inerbata che, dapprima in discesa e poi con un ultimo ripido strappo ci ha fatto raggiungere la località di Iottole. Imboccato lo Stradello asfaltato che giunge e termina a questa località siamo ritornati sulla strada asfaltata comunale poco prima del paese di Gombio che abbiamo raggiunto, girando a destra. Dopo circa 200 m abbiamo girato a destra ( indicazione Villagrossa) entrando nelle viuzze del paese, al termine delle quali un ripido strappo inerbato  ci ha fatto tornare sulla provinciale Gombio- Felina.

IN PROSSIMITA’ del BIVIO PER CASE TOMMASI, SULLO SFONDO LA CHIESA VECCHIA DI GOMBIO

Quasi di fronte a noi leggermente a sinistra, in corrispondenza di un manufatto Agac, abbiamo imboccato un’altra invitante carraia che dopo un primo tratto di salita, in discesa ci ha fatto tornare sulla stessa Provinciale in corrispondenza di una piccola Fontana, Il Fontanino di Soraggio.

Dopo una breve sosta ristoratrice a  questo fontanino, che non è mai secco, siamo ripartiti in salita in direzione del Borgo di Soraggio, ben visibile sopra i 2 tornanti della strada. Siamo entrati nel piccolo abitato ed abbiamo imboccato una carraia inerbata immediatamente dietro alla prima casa del paese svoltando a sinistra in salita. Non senza fatica, in quanto le pendenze soprattutto verso il tratto finale di questa carraia erano diventati piuttosto intense, abbiamo raggiunto un manufatto agac in prossimità delle case di Predolo. Immediatamente a fianco di tale manufatto si snoda il piccolo sentiero che poi si trasforma in mulattiera con il quale si raggiunge la cima del Monte Battuta, 779 metri, cima Coppi del nostro giro. Iniziata la discesa e dopo essere transitati davanti al cippo che ricorda il sacrificio di alcuni partigiani avvenuto in loco, transitando anche su alcuni tratti piuttosto difficoltosi per il pietrame, ci siamo immessi su una più ampia mulattiera proveniente dalla strada comunale Predolo-Villaberza. Qui abbiamo svoltato a sinistra dapprima in salita, per poi scendere vertiginosamente ad intersecare un’altra più ampia mulattiera proveniente dalla nostra destra( da soraggio,  ma parzialmente mangiata da una grande frana).  Abbiamo svoltato a sinistra e poco dopo abbiamo cominciato a intravedere le prime case del paese di Montecastagneto, sulla cui strada di accesso siamo ben presto pervenuti. Dopo avere girato a sinistra dapprima in salita e poi in discesa ed avere lasciato alla nostra destra i Ruderi della vecchia chiesa distrutta dal terremoto, siamo giunti sulla strada comunale che collega Villaberza a Castelnuovo Monti, via Maillo.  ci siamo tuffati in ripida discesa e dopo avere superato un vecchio mulino ristrutturato e costeggiato per un breve tratto il rio dell’acquasanta siamo giunti al fondovalle Maillo in corrispondenza di un ponte.

TRA GOMBIO ED IL FONTANINO DI SORAGGIO

Superato il ponte abbiamo imboccato sulla destra una carraia che, dopo avere corteggiato brevemente il Maillo, ha cominciato a salire bruscamente, con pendenze veramente impegnative. Dopo un primo ripido strappo abbiamo tenuto la sinistra, abbandonando la carraia che avrebbe continuato a seguire il corso del torrente e abbiamo continuato a salire lambendo un vecchio edificio abbandonato. Seguendo sempre la traccia principale e sempre in ripida pendenza e su fondo piuttosto accidentato, utilizzando i rapporti più agili, abbiamo raggiunto una selletta, presso la quale abbiamo intersecato il sentiero Cai che proveniente da Roncolo, sulla nostra sinistra, avrebbe proseguito a destra, in direzione Mulino Rosati, fondovalle Maillo. 

BREVE , MA FONDO, IL GUADO DEL TASSARO

Abbiamo ignorato queste due derivazioni e abbiamo proseguito sulla mulattiera principale che ben presto è diventata ghiaiata e successivamente, in corrispondenza del bivio per l’abitato di Roncolo è diventata poi asfaltata. Abbiamo girato a destra sull’asfalto a raggiungere il piccolo paese di Maiola, dopo il quale abbiamo raggiunto la strada asfaltata provinciale Buvolo-Castelnuovo Monti . Qui abbiamo salutato i tre del drappello che dovevano rientrare prima ed abbiamo svoltato a sinistra proseguendo in leggera salita su asfalto fino a raggiungere l’abitato de “La Strada”. Qui abbiamo svoltato a destra (indicazioni Pineto Casoni Spigone) ed al bivio successivo siamo entrati nell’abitato di Pineto, dove  abbiamo estratto dai nostri zaini panini e cioccolata e ci siamo brevemente rifocillati. Il tentativo di scroccare un caffè da asporto al bar ristorante “Serena” è miseramente fallito. Abbiamo proseguito superando l’abitato di Pineto e sempre seguendo i segnavia bianco Rossi del sentiero Cai ci siamo tuffati in discesa costeggiando dapprima dall’alto il corso del Torrente Riolco,  affluente del torrente Tassaro, che abbiamo successivamente raggiunto . Il sentiero ha richiesto particolare attenzione per i tratti particolarmente sconnessi e caratterizzati da ampio pietrame che lo contraddistinguevano.

IL MOMENTO DEL REGINA CAELI ALLA MAESTA VICINO A MONTECASTAGNETO

Ci siamo stupiti di come ancora, in un breve tratto, adiacente ad un isolato metato, il fondo della mulattiera avesse ancora conservato il selciato originario. L’ultimo tratto è stato particolarmente spettacolare in quanto fiancheggiante il torrente Tassaro, area di interesse comunitario per le particolarità biologiche che lo contraddistinguono. Guadato il Tassaro siamo risaliti con difficoltà, sempre per un terreno particolarmente sconnesso della mulattiera, fino raggiungere la carraia proveniente da Spigone, che abbiano imboccato girando a destra, raggiungendo così brevemente la strada provinciale in prossimità dell’abitato di Scalucchia. Qui abbiamo girato a destra e superato il ponte del mulino della Piagna, sul Tassaro, siamo risaliti a raggiungere le due case di Crovara. Qui, ci siamo accorti che finalmente avevamo superato i 1200 metri di dislivello. Con il cuore in pace abbiamo quindi imboccato in discesa il sentiero Cai che, quasi tutto ben pedalabile, anche se con attenzione, ci ha condotto nuovamente a superare il Tassaro, alcuni temerari in sella, altri su ponticello, e tornare così rapidamente al Mulino di Chichino. Da lì gli ultimi 3 chilometri sono stati defaticanti e ci sono serviti sostanzialmente per pulire in parte le ruote delle biciclette.

Alla fine abbiamo constatato di avere percorso 37 km e mezzo è 1220 m dislivello.

La stanchezza era pienamente giustificata.

PRESSO LA CROCE ED IL CIPPO CHE RICORDANO IL SACRIFICIO PARTIGIANO SUL MONTE BATTUTA
IL DIFFICOLTOSO GUADO DEL MAILLO PRIMA DI ARRIVARE AL MULINO ZANNONE
MOLTO INSIDIOSO PER IL FONDO L’ ULTIMO GUADO DEL TASSARO
DA PREDOLO LA MULATTIERA NEL BOSCO CHE PORTA A MONTECASTAGNETO