Romanoro, Tracciolino, diga di Gazzano, Macchiaccia, Madonna di Pietravolta, Roncadello di Sopra, Boscoreale, San Geminiano, Passo radici, Passo di Lagadello, Rupe del Diavolo, San Pellegrino in Alpe, Passo di Lagadello, Passo Radici, Casone di Profecchia, Passo Forbici, Passo Giovarello, Boscoreale, Roncadello di Spra, Fontanaluccia , Lago di gazzano, Romanoro
KM 57. dislivello 1550 m.
Max elevation: 1649 m
Min elevation: 734 m
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
ISAIA
Un giro molto bello, con un tempo che alternava sprazzi di sole a nuvole e vento, ma senza la pioggia attesa per il pomeriggio. Un giro nel quale la guida ha perso qualche colpo e così ci siamo trovati ad imboccare una via nuova non segnalata e a tornare a scendere attraverso la devastata mulattiera che da Roncadello di sopra porta verso Fontanaluccia, impedalabile ai più, ma pedalabile per alcuni più scatenati.
Siamo partiti da Romanoro. Abbiamo percorso il sempre bel Tracciolino, attraversando anche diverse pozze d’acqua, residuo delle piogge dei giorni scorsi e siamo così giunti al lago di Gazzano. Qui siamo saliti lungo via diga, per poi piegare a sinistra sulla terza strada incontrata per transitare, dopo aver attraversato un piccolo nucleo rurale, con carraia finale assai impegnativa sulla strada provinciale. Qui abbiamo svoltato a sinistra per svoltare poi a destra dopo poche centinaia di metri e raggiungere il nucleo della Macchiaccia. Abbiamo proseguito su divertente stradello ghiaiato che è sbucato nuovamente sulla strada provinciale un po’ prima della ceramica di Madonna di Pietravolta. Sulla strada provinciale abbiamo raggiunto il paese e la chiesa omonima e ci siamo poi diretti alla volta di Piandelagotti. Dopo circa 500 m abbiamo svoltato a destra in salita, indicazioni Centro Fondo Boscoreale. in questa maniera Siamo saliti a Roncadello di sopra ad intercettare la strada di collegamento Piandelagotti-Civago. Abbiamo avuto la sorpresa di vedere che rispetto alla settimana prima vi era stato posizionato un incomprensibile cartello di divieto di transito a moto e biciclette. Ci siamo tutti chiesti quale mente geniale avesse pensato di interdire questo tratto così tranquillo e nemmeno sconnesso al turismo ciclistico, impedendone di fatto il transito per raggiungere Boscoreale e San Geminiano.
Non essendoci altre possibilità per raggiungere il bivio per Boscoreale, in quanto la via Bibulca che prosegue salendo al Colle del Morto, specie in questo periodo piovoso è assolutamente impercorribile in sella , abbiamo svoltato a sinistra in direzione Piandelagotti e successivamente svoltando a destra abbiamo raggiunto Boscoreale e San Geminiano. Da San Geminiano siamo saliti in direzione Passo delle Radici attraverso la bella forestale che d’inverno si trasforma in splendida pista da sci, di fondo quando le nevicate si fanno copiose. Al Passo delle radici contrariamente a quanto avevamo visto la scorsa settimana, pur essendo ancora chiuso il ristorante albergo Lunardi, abbiamo incontrato diversi gruppi specie di ciclisti da strada e di motociclisti. Abbiamo proseguito in salita in direzione San Pellegrino in Alpe, per deviare poi a sinistra su bella forestale una volta arrivati al Passo di Lagadello. Attraverso questa forestale siamo saliti ancora per qualche decina di metri raggiungendo un altezza che sfiorava i 1700 metri con panoramica ampia su tutta la Garfagnana ed in parte sulle Apuane, coperte da nubi che in quel momento si erano fatte molto spesse. Raggiunta la cappella in corrispondenza della Rupe del diavolo, dove la leggenda narra che giungessero da San Pellegrino in Alpe i pellegrini carichi di pietre da lanciare nella conca sottostante in espiazione dei loro peccati, anche noi abbiamo recitato la preghiera dell’Angelus. Salutato Claudio che doveva rientrare, attraverso il sentiero così detto del diavolo, che i pellegrini percorrevano carichi di pietre, abbiamo raggiunto San Pellegrino. Abbiamo nuovamente faticosamente pedalato per ritornare al Passo di Lagadello e da lì al Passo delle Radici. Verificato che il ristorante di Casone di Profecchia fosse aperto ci siamo buttati in veloce discesa lungo la strada statale del passo ed abbiamo raggiunto Casone di Profecchia dove è stata salutare una bella sosta ristoratrice.
Ben rifocillati ci siamo rimessi in marcia ed abbiamo imboccato la bella forestale che da Casone di Profecchia conduce al Passo delle Forbici. La forestale non è particolarmente impegnativa e quindi si percorre anche senza lingua fuori, dopo essersi rifocillati. Più dura invece è stata la salita, seppure breve che, dal passo delle Forbici ci ha fatto tornare al Passo di Giovarello. Da qui in veloce discesa passando al davanti del rifugio Maccherie, per poi abbandonare la forestale principale per San Geminiano per la deviazione raccordo, pista da sci di fondo invernale, che conduce direttamente al Centro Fondo Boscoreale. Da qui ancora per alcune carraie piuttosto sconnesse in discesa e infine per asfalto siamo ritornati sulla strada di collegamento Piandelagotti Civago, dove abbiamo svoltato a sinistra e raggiunto nuovamente Roncadello di sopra. Qui avremmo dovuto proseguire sulla via Bibulca in direzione Madonna di pietravolta, ma la guida , forse distratta, forse stanca ha imboccato di spinta la carraia peraltro poco invitante perché veramente rovinata dal passaggio di trattori e molto umida che porta invece a Fontanaluccia e che già lo scorso anno avevamo percorso non senza diverse imprecazioni. Giunti al trivio dove ci siamo resi conto dell’errore, in maniera molto democratica abbiamo cercato di decidere se rientrare verso la strada asfaltata di Roncadello o proseguire sulla diramazione di destra del trivio che le nostre mappe peraltro non riportavano. Lo spirito di avventura ha prevalso, non so se proprio spirito di avventura o sprovvedutezza, fatto sta che abbiamo proseguito per questa carraia che tutto sommato si è rivelata anche abbastanza ben pedalabile fino a che è sembrata spegnersi in corrispondenza di un corso d’acqua completamente asciutto, cosa assai strana per il periodo. Ma poiché le nostre mappe ci dicevano che eravamo comunque vicini alla parallela mulattiera per Fontanaluccia, abbiamo deciso di proseguire ulteriormente, anche perché tornare indietro sarebbe stato molto faticoso e, dopo avere passato il letto di questo torrente, abbiamo ritrovato una esile traccia che agevolmente ci ha riportato sulla carraia per Fontanaluccia che vedevamo molto bene sulle nostre mappe.
Dopo un primo tratto abbastanza pedalabile però, come i ricordi dell’anno passato facevano riaffiorare, la mulattiera è diventata estremamente sconnessa ed ingombra di pietrame, per cui solo i nostri migliori discesisti sono riusciti a rimanere pressoche costantemente in sella. Giunti al bivio per la Macchiaccia, la mulattiera seppure sempre sconnessa è divenuta più pedalabile e siamo così riusciti a transitare sulla strada provinciale un poco a monte di Fontanaluccia. Abbiamo svoltato a sinistra diretti verso il paese per imboccare poi sulla destra appena giunti al margine superiore della stessa via diga e giungere così alla diga ad imboccare il tracciolino per rientrare alla base. in tutto 57 chilometri e 1550 metri dislivello. Niente male.
ALTRI VIDEO DEL GIRO SUL CANALE YOU TUBE COLLEGATO DI GIUSEPPE CHESI ; ISCRIVENDOTI AL CANALE AVRAI IN ANTEPRIMA NOTIZIE DEI NUOVI VIDEO CARICATI